domingo, 16 de março de 2025

TEMPI MORTI

 

I grandi pensatori della civiltà universale hanno lasciato un segno nella nostra vita avvicinando i temi trascendenti agli esseri umani in diverse opere artistiche e intellettuali.

Ora tocca a me parafrasare la grande pensatrice francese Simone de Beauvoir (1908-1986) che ha parlato di “tempi morti”

“Non ho desiderato e non desidero altro che vivere senza tempi morti”

Questo è quanto scriveva la Beauvoir e vorrei analizzare queste parole in base alla mia esperienza di vita.

Considero “tempi morti” quei momenti della nostra vita in cui non esistiamo pienamente. Quella successione di momenti aridi, come un viaggio senza fine nel deserto. Quella sensazione di angoscia e disperazione, di mancanza di emozioni, di idee, di creatività.

Queste pause sono terribilmente solitarie e profondamente spaventose. Ma sono necessarie. Perché quando ne usciamo, la nostra vita torna a splendere di luce propria e, come per miracolo, torna l'esplosione di creatività, produzione artistica ed emozioni sublimi.

La vita è una costante invasione di emozioni e sensazioni contraddittorie. Ha alti e bassi, luci e ombre, amori, passioni, avventure, disgrazie, sfortune e tragedie. Tutti questi elementi fanno parte della potente sensazione di vivere. Anche quando c'è una tragedia, c'è vita. Anche quando c'è odio, c'è vita. Ma nei tempi morti non c'è nulla. C'è un grande vuoto, una solitudine atroce e inerte. Non c'è vita, c'è una morte silenziosa e profondamente oscura.

Nei tempi morti non c'è gusto, non c'è scrittura, non c'è sentimento. È un immenso e sterminato campo arido in cui l'anima umana sembra anestetizzata da un lasso di tempo di profondo silenzio.

Vivere senza tempi morti significa “vivere la vita fino in fondo con tutto ciò che essa offre: amore, odio, vendetta, generosità, luce, carità, spiritualità, passione”.

Nei tempi morti, non mi ricordo di me stesso, da dove vengo e dove sto andando. È un momento congelato nell'immenso tempo del nulla.

Vivere implica un immenso coraggio. Una chiamata a sfide indicibili, una lotta costante per la sopravvivenza della propria coscienza immersa in un'immensità di contraddizioni e problemi che l'esistenza stessa ci offre a ogni respiro, a ogni passo, quando apriamo e chiudiamo gli occhi.

Accettare questa sfida ci rende erculei, ci rende imponenti, ci rende umili, ci rende semplici esseri nell'universo, ci rende immortali e allo stesso tempo fragili come una piuma che vola con il vento senza sapere dove atterrare.

Ma tutte queste sfide ci rendono anche umani, molto umani, fin troppo umani.

Sono totalmente d'accordo con la pensatrice - Simone de Beauvoir - sul fatto di non desiderare mai di più che vivere senza tempi morti.

Nenhum comentário:

Postar um comentário